Piero Ragazzi | Sunseeker Predator 75
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Sunseeker Predator 75

Progetto di carena valido e assetto corretto in navigazione. In crociera si naviga a 30 nodi. Disponibile con due o tre motori. La quotazione a partire da 1.200.000 euro.

Le grandi unità della linea Predator di Sunseeker, cantiere che vara oltre 250 yacht all’anno grazie alle cinque unità produttive a Poole in Inghilterra, si rivolgono a clienti poco inclini ai compromessi sulla sostanza. Diportisti che pongono le qualità marine della barca tra le loro priorità. Questi armatori sanno bene che molte grandi barche possono navigare a velocità superiori ai 40 nodi quando le condizioni sono ideali, ma sono altrettanto coscienti che sono pochi gli yacht, anche quelli dal look sportivo, capaci di offrire un comfort elevato a oltre 30 nodi di crociera con mare formato. Per riuscirci servono carene serie, strutture resistenti ed è necessario rinunciare a bagli massimi da record. E’ così che, quando le esigenze di spazio crescono, inevitabilmente anche gli yacht devono allungarsi. Con questi presupposti, è intuibile che guadagnare pochi centimetri per madiere comporta la crescita di molti piedi per chiglia. La scelta quindi di acquistare un Predator 75’, pur con i suoi costi certo non popolari, permette di prendere le distanze dai giocattoloni “da lago” e non rappresenta un’ostentazione come una supercar, diventa anzi la scelta matura di far coesistere spazi, prestazioni sportive ed emozioni. Uscito da non molto di produzione, al tempo della sua distribuzione il 75’ rappresentava il modello di congiunzione tra Predator 63’ e l’80’ offrendo rispetto al modello inferiore una cabina in più (4 contro 3) e rispetto all’80’ costi molto più contenuti (era circa 1/3 più economico) e volumi di poco inferiori. Sviluppato nel corso di un programma di studio durato oltre tre anni, a nostro avviso ha nella carena disegnata da Don Shead e nell’equilibrio generale i propri punti di forza. Grazie a queste doti, il 75’ ha avuto una buona distribuzione su molti mercati, compreso quello del charter di lusso. Nelle offerte dell’usato è così possibile reperire yacht in differenti condizioni: dalle barche che hanno lavorato intensamente alle Baleari o nell’Egeo, a quelle amatoriali tenute con scrupolo da equipaggi professionisti. Anche gli allestimenti possono variare sensibilmente da un esemplare all’altro per le richieste del primo armatore e per la trasmissione a linea d’asse e V Drive o eliche di superficie e per i motori, che generalmente sono una coppia di Man D2482 V12 da 1300 cv, oppure da due Cat da 1.350 kW o anche da tre Man da 1.200 cv o tre Mtu da 1.150 cavalli.

Sunseeker Predator 75Costruzione

Uno yacht che intende stabilire degli standard nella propria categoria deve basarsi su solide fondamenta: un progetto di carena eccellente, una struttura capace di sopportare qualsiasi ingiuria, materiali di buona qualità. La V profonda che caratterizza le linee d’acqua, la tradizionale ossatura basata su correnti longitudinali e strutture trasversali ottenuti laminando i rinforzi ad Ω con spessori tranquillizzanti e resine di qualità applicate in modo irreprensibile in single skin danno un quadro di “barca di una volta” da cui ormai troppi cantieri ci hanno allontanato. Si potrà obiettare che l’impiantistica elettrica, pur razionale e ordinata, per colpa di alcuni materiali e accessori non raggiunge l’eccellenza ma, a colmare questa piccola insoddisfazione, viene un’idraulica superiore alla media realizzata con materiali di qualità, “stesa” con raziocinio e di semplice identificazione. Esaminando le particolarità della barca possiamo iniziare da poppa con la plancetta dotata di movimento idraulico che permette di caricare sulla propria sella lo scooter senza l’ausilio della gruetta. Il meccanismo è semplice e affidabile ma i pistoni idraulici sono dotati di cortecchi di tenuta dalla vita breve e presto si presentano perdite di liquido idraulico. Altra nota è che le castagne di fermo della plancetta possono causare danni alla vetroresina in caso di dimenticanza. Sulla nostra barca forse lo skipper era un po’ distratto e i danni c’erano. Per riporre il tender è disponibile un ampio garage il cui fondo è già dotato di rulli di alaggio e di verricello sulla paratia. I pistoni idraulici che sollevano il cofano non brillano tuttavia né per resistenza al-la corrosione né per longevità delle tenute idrauliche. Il mercato offre prodotti di maggior qualità. Dalla plancetta si può accedere al pozzetto utilizzando le due scale laterali chiuse alla sommità da due cancelletti di sicurezza. Nel secondo gradino della scala di sinistra scompare la passerella idraulica di azionamento un po’ complicato e soggetta a qualche avaria. La parte poppiera del pozzetto è dotata di un divano con tavolo che, con un cuscino apposito, si trasforma in prendisole mentre la zona prodiera è dotata di due blocchi cucina riparati dai montanti della sovrastruttura. La zona del pozzetto riservata al pranzo nella barca della nostra prova era completamente aperta mentre nei modelli più recenti è divisa dalla parte poppiera da una porta in vetro e trasforma la timoneria e la zona pranzo in un locale chiuso all’interno della sovrastruttura. La zona è arredata con un ampio divano con tavolo da pranzo per 8 (in realtà si sta bene in sei). Procedendo verso prora, a una quota leggermente superiore, salendo due bassi gradini si trova la zona timoneria che ospita a dritta il posto di pilotaggio dotato di poltroncine regolabili elettricamente e, sulla sinistra, un divanetto capace di ospitare tre persone. Il pozzetto è ricco di accessori e dotazioni: stereo hi-fi Bose, ice-maker, finestrini a scorrimento elettrico, doppio hard top ad apertura elettrica ecc… Lo standard di qualità dei comandi e degli apparati elettrici non è il top che si possa pretendere ma una corretta manutenzione può sopperire a una situazione che non raggiunge l’eccellenza. Superato lo scorrevole del tambuccio, scendendo la scala di accesso si accede alla dinette, che sullo yacht della prova era scintillante di vernici hi-gloss applicate sui legni in ciliegio. La finitura lucida può non accontentare i gusti raffinati dell’utenza italiana che, in genere, predilige quella satinata ma il limite dell’ebanisteria è a nostro avviso piuttosto costituito dai sistemi di sostegno degli sportelli dei pensili che, nel nostro caso, dopo 7 anni di vita erano in buona parte da sostituire. Nulla da segnalare per quanto riguarda le quattro cabine arredate con gusto e materiali di qualità adeguata allo standard dell’imbarcazione.

Sunseeker Predator 75La prova

Il nostro test si è svolto in due occasioni e, considerato che la facilità di gestione della barca non comporta la presenza costante a bordo di equipaggio su tutto l’arco dell’anno, abbiamo potuto valutare l’invecchiamento e l’usura patita tra la  prima e la seconda visita in condizioni  di manutenzione non particolarmente assidua e qualificata. La barca della nostra prova è stata prodotta nel 1999, è dotata di due motori Man da 956 kW (1.300 cv) con trasmissione a linea d’asse con V Drive, nel complesso risulta ben conservata e le deficienze rilevate non sono di entità significativa. Riferendoci alla prova più recente svoltasi in Alto Tirreno, le condizioni meteorologiche erano buone con onda di altezza attorno ai 50 cm e vento moderato. La manovra di uscita dall’ormeggio di una barca di quasi 24 metri, pur con l’ausilio del doppio truster (prora e poppa) e la buona distanza tra gli assi portaelica che permettono di gestire le evoluzioni con precisione al centimetro, deve essere affrontata con una certa prudenza. Non va inoltre dimenticato che il tipo di trasmissione con eliche di superficie e la potenza dei motori (con la complicazione dell’assenza di possibilità di manovrare dal fly e quindi una visibilità un po’ più limitata) non perdonano eventuali grossolani errori: insomma nulla di trascendentale, ma è necessario non sottovalutare l’impegno. La minor velocità possibile con i motori al minimo è di circa 7 nodi e ciò rende un poco problematico muoversi all’interno dei porticcioli dove è generalmente consentita una velocità massima di 3 nodi. Ciò obbliga al continuo innesto-disinnesto della trasmissione perché anche con un solo motore non si scende sotto i 5 nodi. Dal punto di vista dinamico, al minimo lo yacht scivola sull’acqua praticamente senza produrre onda e il movimento è accompagnato da un sommesso brontolio ‘molto coreografico’. Raggiunto il mare aperto si affondano le manette e il comportamento è abbastanza classico per la trasmissione con eliche di superficie: la barca sale di velocità in modo graduale e, forse un po’ meno immediato rispetto alle aspettative, impiegando una decina di secondi per entrare in planata. Si nota con piacere che l’assetto è molto corretto e non è necessario intervenire trimmando eccessivamente i gruppi poppieri per mantenere la prora a un’altezza corretta. Con un assetto di pesi classico per la crociera (50% di liquidi e armamento completo di tender ed effetti personali), la velocità sale fino a un regime di crociera di 30 nodi con un consumo indicato di circa 350 lt/h di consumo complessivo. La punta di massima velocità raggiunta con il Gps è di oltre 37 nodi con un consumo complessivo di circa 500 lt/h.
E’ interessante citare i dati secondo cui lo stesso scafo dotato di tre motori in altri test ha incrementato la velocità massima e consumi di valori oscillanti tra il 20 e il 25%. Considerando che la capacità dei serbatoi è di circa 5.500 litri (se ne sfruttano quindi nella migliore delle ipotesi 5.000, poiché in navigazione non si riesce a pescare tutto il carburante disponibile) l’autonomia piuttosto ridotta è un’altra delle caratteristiche a nostro avviso non in linea con le dimensioni e le qualità della barca. Veniamo ora agli highlight di questa unità: l’impatto con l’onda è eccellente, la coperta è sempre asciutta e l’assetto, la manovrabilità e la stabilità laterale sono di riferimento sia per la categoria che in assoluto. Sul piano del comfort, notevole è la contenuta rumorosità riscontrabile a tutti i regimi di rotazione e le vibrazioni praticamente assenti.