18 Mar PRINCESS V48
Uno dei punti d’onore della storia di Princess Yachts International è l’aver contribuito in modo determinante alla nascita dello yachting moderno e aver accompagnato passo passo l’evoluzione dei gusti dei diportisti arricchendo il bagaglio di esperienze maturate in quasi mezzo secolo di produzione. Il primo esemplare risale infatti alla prima metà degli anni sessanta e da allora il cantiere di Plymouth ha varato oltre 80 modelli mantenendo uno standard di qualità che ha sempre collocato le imbarcazioni a un livello superiore al costo della produzione di pari dimensioni e prezzo. La serie V (nata nel 1995) non si è allontanata da questa tradizione e il consenso del mercato ha permesso a queste barche sportive di acquisire sempre maggiore importanza fino ad oltrepassare il 40% delle unità varate da Princess. Il V48 non è nato come una barca totalmente nuova, ma è l’evoluzione del V46. L’incremento della lunghezza è stato sfruttato per permettere l’installazione dei Volvo D9 – 575 che sono più lunghi di oltre 20 cm rispetto ai Volvo Tamd 75 Edc da 480 cavalli montati sul V46. Il layout interno non è invece variato rispetto al modello precedente.
Interni
La realizzazione degli interni è quella tipica del cantiere inglese con la classica finitura in ciliegio lucido. La distribuzione degli spazi offre due cabine: l’armatoriale a prua e quella per gli ospiti con due letti affiancati disposti per madiere. La cucina ha un piano di lavoro in avonite di dimensioni adeguate, ma il piano cottura ha solo due fonti di calore e un doppio lavello di dimensioni contenute.
Costruzione
La laminazione dello yacht è classica, con stampaggio a mano della vetroresina in single skin per lo scafo e in sandwich di balsa per la coperta. La qualità della lavorazione si evidenzia per la scarsa presenza di difetti riscontrati su queste barche anche dopo molti anni di permanenza praticamente costante in acqua. La V profonda della carena, la scelta di adottare linee d’assi tradizionali, la realizzazione di strutture dello scafo a prova di ogni sollecitazione e l’elevata qualità delle laminazioni in “vetroresina monolitica” sono gli altri valori che più caratterizzano il V48.
Il progetto delle linee d’acqua segue i parametri tipici di ogni modello presentato da Princess e si pone l’obiettivo di garantire navigazioni sicure e confortevoli nelle non facili acque della Manica dove vengono provati. Il dolce e autorevole passaggio tanto sulle onde corte e ripide quanto di quelle del “mare vecchio” confermano anche questa volta la bontà delle scelte di Princess Yachts.
Il V48, grazie al naturale equilibrio statico e dinamico garantito dalla posizione dei propulsori più prossima al baricentro dell’imbarcazione, è caratterizzato da assetto e stabilità di riferimento. I Volvo D9 – 500 o i più performanti D9 – 757 costituiscono una scelta azzeccata, infatti la loro silenziosità e pulizia di funzionamento sono note (è raro trovare trafilaggi o trasudamenti d’olio anche su unità datate). Una nota di merito è da assegnare alla sicurezza contro gli incendi in sala macchine: lo yacht è dotato già in origine di un efficace sistema fisso sia nel locale motori che in prossimità del generatore. L’impianto si basa su estintori a doppio azionamento caricati a gas Fm 200. Considerando che yacht ben più costosi propongono ancora obsoleti e spesso sottodimensionati impianti a polvere, ogni commento è superfluo.
Prova
Il test si è svolto nel Golfo del Tigullio a bordo di un esemplare prodotto nel 2006 con circa 250 ore di moto all’attivo. Le condizioni della barca erano quindi quasi simili a quelle di una barca nuova. Le condizioni meteo erano caratterizzate da onda di mare vecchio da SE di altezza attorno al metro e vento leggero.L’ormeggio dello yacht in prova era una catenaria affollatissima
e spazi di evoluzione minimi con il rischio di “pescare” con le eliche o timoni le cime di ormeggio delle altre barche. In questa situazione è di grande aiuto la possibilità di muoversi con i motori al minimo a velocità facilmente gestibili. L’innesto della marcia in avanti o indietro non pone mai in difficoltà e non si avvertono i bruschi strappi tipici delle barche dotate di eliche di passo molto elevato. Guadagnate le acque libere la barca ha assunto con naturalezza un assetto longitudinale corretto e, entrata in planata, non abbiamo avvertito la necessità
di intervenire sui flap se non per correggere leggermente l’altezza della prora o per contrastare l’eventuale sbandamento laterale. In realtà le ridotte dimensioni delle pale dei flap dimostrano come il cantiere avesse già valutato queste caratteristiche della carena e non abbia quindi ritenuto necessario dotarla di appendici più ampie.
Per quanto le condizioni del mare non fossero severe, la navigazione è stata quella tipica dei Princess della serie V, caratterizzata da un dolce impatto sull’onda di mare in scaduta (quindi tonda e lunga) e un altrettanto morbido passaggio anche sulle scie più ripide. La virata è progressiva e lo sbandamento coerente con la velocità della barca non ha comportato disagio o perdite di equilibrio anche restando in piedi in pozzetto. La prova ha quindi confermato l’efficacia degli studi nei rapporti dimen-sionali e nella distribuzione dei pesi. Superiore alla media per questo genere di imbarcazio-ni è anche il comfort offerto ai passeggeri in navigazione che si basa, oltre che sulla già citata dolcezza dello scafo all’impatto sull’onda, su una contenuta rumorosità meccanica e di scarico e su vibrazioni quasi inavvertibili. La velocità di punta con carena pulita (ma non perfetta), equipaggio di 4 persone, il 25% della capacità dei serbatoi di carburante e il 35% dell’acqua imbarcabile è stata di circa 35 nodi a 2.450 giri, quella di crociera è di circa 29 nodi a 2.100 giri. Consi-derando un consumo stimato a velocità di crociera di circa 150 litri/ora, l’autonomia (teo-rica) supera le 10 ore di moto per un percorso totale di circa 300 miglia nautiche.